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Ufficio Scolastico Regionale per la Toscana
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AUTONOMIA SCOLASTICA

 

 

08/08/2016

 

 

Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale n. 186 del 10 agosto 1999, supplemento ordinario n. 152/L, del Regolamento sull'autonomia organizzativa e didattica delle istituzioni scolastiche (classificato come Dpr n.275 dell' 8 marzo 1999) si è concluso il lungo iter normativo di un provvedimento che riveste un grande rilievo nel quadro della riforma della scuola italiana.

L’autonomia nasce sulla traccia dall’art. 21 della Legge delega n. 59/97, meglio nota come "Bassanini-1", ed entra in vigore il 1° settembre deL 2000 (in coincidenza con l'avvio dell'anno scolastico 2000-2001)

Dal 1 settembre 2000 tutti gli Istituti scolastici italiani sono entrati nella fase di piena autonomia.  
L'autonomia investe ogni aspetto della vita scolastica e pone al suo centro lo sviluppo della personalità dello studente
.

Il Piano dell’offerta formativa (Pof), elaborato dal collegio dei docenti e adottato dal consiglio di istituto, sarà la vera "carta d'identità" della scuola e ne espliciterà la progettazione curricolare, extracurricolare, educativa e organizzativa. Con l’autonomia didattica gli istituti potranno, nel rispetto delle libertà di insegnamento, della libertà di scelta delle famiglie e delle finalità generali del sistema, adottare le varie forme di flessibilità finalizzate a un migliore utilizzo del monte-ore annuale, all’attivazione di percorsi didattici individualizzati, all’articolazione modulare di gruppi di alunni, all’aggregazione delle discipline in ambiti e aree disciplinari e anche insegnamenti in lingua straniera.

L'AUTONOMIA "in pillole": la nascita (di Ettore Gagliardi)

 
Notizie

Il monitoraggio nazionale

I nuclei provinciali di supporto: Livorno

I progetti speciali

Linee essenziali della normativa

 
 

Normativa di riferimento:

  • Legge n.59 (15-3-97)

  • D.P.R. n.275 (8-3-99)

  • Let. Cir. n. 194 (4-8-99)

  • D.M. n.234 (26-6-2000)

  • D.L. n.240  (28-8-2000)

>>> NOTIZIE <<<   (inizio pagina)

Con l'entrata a regime dell'autonomia scolastica vengono attribuiti in via definitiva alle Istituzioni Scolastiche, agli Enti Locali e allo Stato, le funzioni previste:

  • dal Regolamento dell'Autonomia - D.P.R. n.275 (8-3-99)

  • da tutta la normativa che applica la Legge n.59 del 1997:

      Legge n.196 del 1997 (norme che promuovono l'occupazione)

      D.L. n.112 de 1998 (attribuzioni di funzioni e compiti amministrativi dello Stato
    alle Regioni e agli EE.LL)

      Legge n.9 del 1999 e D.M. n.323 del 1999 (innalzamento obbligo scolastico)

      Legge n.144 del 1999 (obbligo formativo fino a 18 anni)

I Nuclei Provinciali vengono istituiti (ai sensi ex art. 3 D.M. n. 765 del 27.11.1997 poi modificato dal D.M. n. 251 del 29.5.1998) per essere di sostegno alle Istituzioni Scolastiche nel nuovo percorso che le porterà alla piena autonomia scolastica; principalmente essi svolgono i seguenti compiti:

Sportello - Consulenza - Promozione - Formazione - Documentazione - Monitoraggio

alcuni esempi:

  • fornire indicazioni di massima sulla normativa relativa all'autonomia scolastica
  • fornire indicazioni per il reperimento di persone (interne ed esterne al Nucleo), Enti e Associazioni,  in grado di soddisfare le domande dei richiedenti.
  • mettere in relazione le Istituzioni Scolastiche con  persone, Enti e Associazioni, in grado
     di prestare la necessaria consulenza
  • fornire indicazioni su esperienze pilota o di riferimento
  • raccolta delle richieste provenienti dalle scuole ed elaborazione di eventuali "faq"
  • proporre (e attuare se necessario) corsi di formazione su tematiche specifiche dell'autonomia
  • monitoraggio dell'autonomia

Per saperne di più:  Comunicazione MPI, 28 luglio 1998

  Dall'avvio della sperimentazione dell'autonomia scolastica sono stati effettuati, oltre quello dei Nuclei Provinciali di Supporto, due tipi di monitoraggio: uno affidato agli I.R.R.E. (ex I.R.R.S.A.E.) di ogni regione  e l'altro alla B.D.P.

Monitoraggio degli I.R.R.E. 

Negli incontri con le Istituzioni Scolastiche, RESPONSABILITA' - FLESSIBILITA' - INTEGRAZIONE sono i tre macro indicatori che il monitoraggio prende in esame nei Piani dell'Offerta Formativa (P.O.F.)          Gli I.R.R.E. di ogni regione, con i propri Gruppi Regionali di Ricerca (GRR - formati di solito da  rappresentanti dell'IRRE, rappresentanti dei Provveditorati agli Studi e dagli Ispettori Tecnici), visitano complessivamente, a livello nazionale, 1000 scuole a campione per ogni anno di monitoraggio.        Nel primo anno le scuole vengono individuate dai Nuclei Provinciali di Supporto all'Autonomia, negli anni seguenti si passa all'autocandidatura delle stesse Istituzioni Scolastiche: si registra un incremento di scuole monitorate viste le numerose candidature. 

Monitoraggio della B.D.P.

Le istituzioni scolastiche, attraverso un software specifico della B.D.P., trasmettono ai vari Provveditorati agli Studi i dati relativi relativi a tutte le attività della scuola, compresi i progetti speciali: ogni Provveditorato, per mezzo del referente provinciale dello monitoraggio, assembla i dati relativi alla provincia che vengono inviati alla B.D.P. per il rapporto nazionale.

Per saperne di più

 

  • Progetto SeT 
  • Progetto Lingue 2000
  • Progetto Perseus
  • Progetto Musica
  • Progetto Biblioteche
  • Progetto Autosat

LINEE ESSENZIALI DELLA NORMATIVA  (inizio pagina)

Comunicazione MPI, 28 luglio 1998

Prot. n. 86/Segr.

  Oggetto: Esito dell’incontro di Fiuggi dei nuclei per l’autonomia costituiti ex art. 3 D.M. n. 765 del 27.11.1997 poi modificato dal D.M. n. 251 del 28.5.1998.

A seguito dell’incontro tenutosi a Fiuggi dal 1 al 4 giugno con i responsabili dei nuclei di supporto all’autonomia delle istituzioni scolastiche, si trasmette l’unito documento che raccoglie gli esiti dell’approfondito confronto realizzato nell’occasione e indica alcune linee di orientamento emerse in tale contesto per la definizione di uno statuto comune per la composizione e l’attività dei nuclei medesimi.

Si pregano le SS.LL. di promuovere una riflessione sul documento da parte dei componenti del nucleo, segnalando al riguardo eventuali proposte integrative o emendative.

Come indicato dallo stesso documento sarà cura di questo Ufficio di coordinamento realizzare all’inizio del prossimo anno scolastico ulteriori iniziative di informazione/formazione per i componenti dei nuclei e per gli Ispettori volti a rendere più incisiva e coordinata l’azione di supporto e di monitoraggio della sperimentazione sull’autonomia di cui ai decreti ministeriali richiamati.
 

IL CONSIGLIERE MINISTERIALE
Giuseppe Cosentino


 

DOCUMENTO DI ORIENTAMENTO SULL’ATTIVITÀ DEI NUCLEI PROVINCIALI DI SUPPORTO ALL’AUTONOMIA

 Il primo incontro con i nuclei: la Conferenza di Fiuggi (1-4 giugno 1998)

Questo documento presenta una sintesi dei risultati e delle riflessioni emersi durante il primo incontro di informazione/formazione con i referenti dei "Nuclei provinciali di supporto alla sperimentazione dell’autonomia scolastica".

Tale incontro è stato organizzato con l’obiettivo di istituire, fin dalla fase di avvio dei processi di sviluppo dell’autonomia, un rapporto di dialogo e di collaborazione tra il coordinamento centrale per l’autonomia e i gruppi che lavorano presso i Provveditorati. Esso ha visto una partecipazione molto larga dei rappresentanti dei nuclei che, soprattutto nei gruppi di lavoro, hanno avuto modo di confrontare le diverse iniziative attivate e/o programmate nelle varie province, producendo otto documenti sulle attività pregresse e sulle prospettive di breve e medio periodo.

Da un’analisi attenta e approfondita delle esperienze maturate nei diversi provveditorati, è scaturita una riflessione ampiamente condivisa sulla natura e sui compiti dei nuclei territoriali e sono state avanzate specifiche proposte operative per rafforzare le azioni di supporto ai processi di diffusione dell’autonomia, che -attraverso il presente documento - si mettono a disposizione dei Provveditori, delle scuole e di tutti i soggetti coinvolti in questa fase di trasformazione per migliorare l’efficacia degli interventi già programmati o ancora da progettare.

I rappresentanti dei nuclei hanno innanzitutto segnalato la necessità di dare risalto e spessore al significato culturale dell’autonomia, cercando come prima cosa di superare, quantomeno attraverso un più efficace coordinamento, la frammentazione e la separazione dei numerosi progetti "finalizzati", curricolari e/o extracurricolari, attivati a livello nazionale e/o provinciale, e, di riflesso, spesso "vissuti" all’interno delle singole istituzioni scolastiche con modalità di gestione parallela e non integrata.

La proposta, in sintesi, è quella di abbandonare la logica della compresenza di circuiti paralleli, scarsamente o affatto comunicanti, in cui si sperimentano progetti ed esperienze spesso molto avanzate e anticipatrici dei processi innovativi in corso, che purtroppo restano circoscritti e diffusi solo all’interno di alcune reti del tutto indipendenti.

La sperimentazione dell’autonomia potrebbe rappresentare l’occasione di una riorganizzazione - sia a livello nazionale che provinciale - delle reti attraverso un più forte coordinamento, secondo una strategia unitaria che metta a disposizione di tutte le scuole esperienze e risorse professionali già consolidate. Ciò in stretta analogia con le indicazioni che la lettera circolare prot. n. 27814 del 19 maggio 1998 suggerisce alle scuole, per le quali la sperimentazione dell’autonomia rappresenta l’occasione di razionalizzare e riportare ad una sintesi, in un progetto didattico-organizzativo unitario e coerente, tutti gli interventi formativi che si intendono sperimentare, anche qualora prevedano più ambiti.

Poiché la scelta degli obiettivi e del contesto organizzativo e didattico della sperimentazione dell’autonomia è affidata alla scelta libera e responsabile delle istituzioni scolastiche, il ruolo e la funzione del nucleo risultano di particolare delicatezza. Su questi aspetti si è soffermata a lungo la riflessione dei partecipanti.

É risultata ampiamente condivisa l’opinione che il nucleo debba prioritariamente offrire assistenza e consulenza alle scuole, impegnandosi peraltro a rispettarne pienamente l’autonomia decisionale, e predisporre supporti tecnici e organizzativi ai Provveditori: esso non va dunque inteso come un organo burocratico e di controllo amministrativo ma come una struttura di servizio e di riferimento, flessibile e polivalente, di sostegno all’autonoma progettazione delle scuole, che ha soprattutto il compito di valorizzare le risorse culturali e progettuali presenti sul territorio.

Da più parti è stata sottolineata l’opportunità di una più sicura definizione delle funzioni e dei compiti dei nuclei anche all’interno dei Provveditorati. É affiorata difatti la consapevolezza che la costituzione di gruppi di lavoro tecnico-amministrativi all’interno degli Uffici periferici determini - nel nuovo contesto del decentramento e dell’autonomia - una concreta spinta alla trasformazione del loro ruolo complessivo.

D’altronde è emerso che, nell’ambito dell’attivazione dei nuclei, in alcune province si stanno già sperimentando forme di riorganizzazione dei servizi interni ai Provveditorati o in rapporto con il territorio, finalizzate a ottimizzare le risorse presenti sia in relazione ad esperienze già collaudate sia alle nuove esigenze emergenti. In particolare, i nuclei sono stati configurati come strutture trasversali di supporto in cui sono state ricollocate e finalizzate le diverse attività del Provveditorato e dei rispettivi referenti (aggiornamento, handicap, salute, orientamento, qualità ecc.). In questi casi i nuclei rappresentano, in base alle priorità individuate dal Provveditore, una vera e propria cabina di regia delle attività previste a livello provinciale.

I rappresentanti dei nuclei hanno anche sottolineato la necessità di far crescere una specifica professionalità dei componenti del nucleo per far fronte alle oggettive difficoltà e agli inediti problemi dell’attuale fase di transizione verso un’autonomia pienamente compiuta. L’esigenza di acquisire maggiori competenze è vista come indispensabile condizione per assumere nel territorio una più compiuta credibilità e operatività come struttura di servizio. A tal fine è stata auspicata un’intensa, calibrata e continua azione formativa dei componenti dei nuclei.

Infine, come contributo determinante per identificare comuni strategie di intervento e favorire la circolarità delle informazioni, è stata riconosciuta l’opportunità di definire uno statuto di lavoro comune a tutti i nuclei, che delinei gli ambiti delle prestazioni sulla base delle funzioni da svolgere nel territorio.
 
 

Ipotesi di uno statuto comune di lavoro per tutti i nuclei

Si presentano schematicamente i punti che sono stati oggetto di dibattito e approfondimento. Nei paragrafi successivi si darà conto delle riflessioni e delle proposte operative che sono emerse.

 

A. ATTIVITÀ DI "SPORTELLO"

Con questa definizione sono state sintetizzate le principali funzioni che il nucleo deve esercitare per garantire nel territorio i necessari supporti allo sviluppo dell’autonomia.

 

B. COSTRUZIONE DI UNO "STATUTO" COMUNE DI LAVORO 

Per alcuni punti sono già emerse concrete proposte di lavoro; per altri sono stati rappresentati soprattutto gli aspetti problematici

 

DOCUMENTAZIONE

  • raccolta di norme, direttive, circolari e loro interpretazioni; 
  • raccolta di documenti elaborati dalle scuole o da altri enti, centri di ricerca; 
  • raccolta di dati sulla sperimentazione; 
  • archivio di esperienze. 

CONSULENZA 

  • per le singole scuole; 
  • per l’amministrazione; 
  • per il territorio. 

PROMOZIONE 

  • informazione sulla costituzione dello sportello; 
  • collegamento tra le scuole; 
  • costituzione di reti; 
  • attività promozionali di vario tipo (seminari, conferenze, dibattiti, forum, incontri, presentazioni di esperienze); 
  • rete informatica; 
  • programmazione degli interventi. 

MONITORAGGIO 

  • esame dei progetti presentati; 
  • esame delle attività di sperimentazione; 
  • rilevazione di dati quantitativi; 
  • collaborazione con il corpo ispettivo e gli IRRSAE.

 

  • nomine dei componenti 
  • ruolo dei componenti 
  • trasparenza delle azioni 
  • verificabilità delle decisioni 
  • autovalutazione formativa 
  • predisposizione degli strumenti 

 

La composizione dei nuclei

Il D.M. n.251 del 29 maggio 1998, art.3, conferma l’indicazione di costituire ciascun nucleo in modo da garantire la presenza di tutte le competenze amministrative e tecniche - ivi compresi gli IRRSAE - anche non appartenenti all’amministrazione scolastica, necessarie per sostenere adeguatamente le azioni di supporto. Esso deve prioritariamente comprendere al suo interno docenti, dirigenti scolastici e ispettori tecnici che abbiano effettuato precedenti esperienze e maturato competenze specifiche. Se da un lato appare opportuno che nel nucleo sia garantita la presenza di esperti che siano portavoce delle più qualificate istanze del territorio, con funzioni di consulenza per definire le linee di azione generali, nel medesimo art.3 si evidenzia la necessità di assegnare ad un numero ristretto di persone - sulla base delle loro competenze - specifiche funzioni tecniche per assicurare la massima operatività. Nelle province in cui siano stati costituiti più nuclei, sia a carattere decentrato, sia a carattere tematico, per garantire la sistematicità delle azioni di supporto, si sollecita una pianificazione coordinata e coerente degli interventi.

A queste indicazioni, si ritiene utile aggiungere ulteriori suggerimenti e spunti di riflessione, nati dal confronto con le diverse esperienze dei nuclei.

Non appare necessario che siano rappresentate per forza tutte le componenti di tutti gli ordini di scuola, piuttosto che all’interno del nucleo sia garantita una pluralità di competenze e di esperienze. In particolare è opportuno coinvolgere gli operatori scolastici che abbiano già sviluppato - all’interno di circuiti nazionali o locali - specifiche esperienze e competenze in progetti ed iniziative che hanno anticipato i processi innovativi in atto. É bene che i componenti dei nuclei siano per quanto possibile persone che operano nella scuola.

La presenza degli ispettori e del personale degli IRRSAE risulta essenziale per il sostegno che essi possono dare, grazie alle loro competenze tecniche, allo sviluppo dell’autonomia. La presenza di rappresentanti degli enti locali può essere opportuna, purché sia di carattere tecnico.

La nomina dei componenti dei nuclei è del Provveditore agli studi, sulla base di un’attenta valutazione delle esperienze e competenze di ciascuno. La durata della nomina è annuale e rinnovabile, con una verifica del ruolo svolto da ciascuno o della partecipazione al lavoro.

Appare indispensabile che il piano di lavoro di ogni nucleo sia concordato con il Provveditore. I metodi, la tempistica, le azioni da svolgere saranno pianificati collegialmente secondo i criteri della responsabilità e dell’efficacia.

A tale riguardo è stata segnalata l’opportunità di predisporre, con cadenza semestrale, un Rapporto sulle attività del nucleo realizzate in modo da fornire trasparenza e visibilità esterna dell’impegno del nucleo stesso.
 
 

Alcune riflessioni di carattere deontologico

É stata ampiamente condivisa l’opportunità che i componenti dei nuclei elaborino procedure chiare e trasparenti in quanto svolgono:

  • funzioni di proposta al Provveditore per assumere decisioni;
  • esame tecnico dei progetti di particolare complessità che richiedono finanziamenti aggiuntivi;
  • azioni di monitoraggio e controllo;
  • funzioni di analisi di dati al fine di supporto alle decisioni.

É stato raccomandato che il rapporto del nucleo con le scuole sia improntato all’ascolto, alla proposta e alla relazione produttiva, evitando sia invadenze che assenze, in una relazione di comune "imparare facendo".

Una delle più delicate funzioni che i nuclei sono chiamati a svolgere riguarda l’analisi dei progetti di particolare complessità, che richiedono finanziamenti aggiuntivi. I nuclei avranno cura di valutare con la massima trasparenza le proposte presentate dalle scuole, tenendo conto sia delle priorità indicate nella lettera circolare prot.n.27814 del 19.5.1998, sia di eventuali altri indicatori definiti a livello locale. I criteri di valutazione, nonché gli esiti dell’analisi, saranno ovviamente pubblicizzati per consentire alle istituzioni scolastiche di partecipare con piena consapevolezza al processo di sviluppo dell’autonomia nel proprio contesto territoriale.

É stata ugualmente condivisa l’opportunità di chiedere ai componenti dei nuclei un preciso impegno sia a partecipare alle iniziative di formazione specificamente predisposte per consolidare le competenze professionali necessarie a svolgere le attività previste, sia a utilizzare i dati e le informazioni sulle diverse esperienze in atto nelle scuole solo al fine dell’interesse collettivo, tutelandone la riservatezza.
 
 

La formazione per i nuclei

Dalla conferenza di Fiuggi è emerso un quadro più chiaro degli interventi di supporto e formazione necessari per sostenere le attività dei nuclei.

Due sono gli aspetti su cui il gruppo di lavoro nazionale intende intervenire prioritariamente:

  • l’assistenza formativa per i diversi eventi che via via consolideranno l’autonomia;
  • l’assistenza formativa per rafforzare le diverse competenze necessarie per svolgere le attività del nucleo.

In tale prospettiva l’Amministrazione si è impegnata a proporre interventi finalizzati di:

formazione "trasversale", rivolta ai referenti-rappresentanti dei nuclei, su problematiche generali:

Temi dei lavori

  • criteri di analisi dei progetti di particolare complessità che necessitano finanziamenti "aggiuntivi";
  • monitoraggio quantitativo dei progetti presentati dalle scuole;
  • costruzione della rete nazionale di comunicazione sull’autonomia;
  • analisi dei percorsi realizzati del nucleoe autovalutazione delle attività svolte.

formazione di competenze "dedicate", rivolta ai componenti dei nuclei più interessati a consolidare funzioni collegate a specifiche aree di intervento:

Temi dei lavori

  • Assistenza alla progettazione autonoma delle scuole;
  • organizzazione e gestione delle attività di consulenza per le scuole:
    - didattico-pedagogica;
    - gestionale delle risorse;
    - giuridico-amministrativa;
  • attività di monitoraggio;
  • couseling e supervisione;
  • comunicazione e documentazione delle esperienze:
    - organizzazione e gestione delle attività di sportello;
    - tecniche di documentazione dei processi;
    - costruzione di una rete informativa locale e nazionale;
    - thesaurus delle esperienze da mettere nel circuito locale e nazionale.

Il monitoraggio "in azione" dei nuclei

La lettera circolare prot. n. 27814 del 19/05/98 prevede espressamente azioni di monitoraggio; anzi chiarisce che, proprio in relazione al "patto" di fiducia che si stringe tra l’Amministrazione e la singola istituzione scolastica, il monitoraggio assume un ruolo essenziale.

L’articolazione di tale attività è prevista a tre livelli:

  1. di scuola, come strumento di autovalutazione e verifica dei processi attivati;
  2. provinciale, a cura dei nuclei, attraverso una rilevazione di dati quantitativi significativi in merito alle proposte presentate dalle scuole, quali il numero dei progetti, i loro ambiti di sperimentazione, i collegamenti con il territorio, la costituzione di reti di scuole, i finanziamenti erogati, le finalità complessive delle attività sperimentali.
  3. regionale, attraverso l’analisi dei progetti di particolare complessità, per una valutazione qualitativa delle esperienze realizzate. Tale attività sarà curata dagli IRRSAE, nell’ambito di una intesa nazionale e secondo una programmazione regionale concordata con i Provveditori agli studi, i responsabili dei nuclei di supporto, i coordinatori delle segreterie tecniche regionali degli ispettori.

In questa fase di avvio dell’autonomia, l’azione di monitoraggio presenta particolare delicatezza per le seguenti questioni:

  • il modello prossimale adottato per sperimentare l’autonomia è più rischioso dei modelli lineari tradizionalmente utilizzati. Esso obbliga ad un continuo intervento di conoscenza e lettura dei percorsi;
  • la sperimentazione dell’autonomia ha bisogno di essere alimentata di informazioni e interpretazioni per evitare prassi spontaneistiche, non suscettibili di generalizzazioni. Esse non consentirebbero infatti di utilizzare e/o governare i processi in azione;
  • l’autonomia ha bisogno di essere subito affiancata da un modello efficace di monitoraggio in modo da assicurare al processo nuovi strumenti di controllo formativo come prassi abituale;
  • per evitare la dispersione di tanti monitoraggi, è opportuno agire con una sperimentazione di monitoraggio che garantisca l’attivazione diffusa di modelli e metodiche condivisi, in modo da permettere, fin dall’inizio, di ottenere risultati concreti di lettura e supporto, preferendo profili di indagine più ristretti ma sicuri piuttosto che azioni complesse ma di esito incerto.

L’ipotesi di lavoro per l’anno 1998/99 prevede di affidare ai nuclei territoriali un monitoraggio a carattere prevalentemente analitico-quantitativo, di importanza strategica per cogliere i flussi di sviluppo dei progetti e individuarne i trend.

Il piano si articola in quattro azioni:

1. Protocollo formale di raccolta dei dati, predisposto a livello nazionale, che permetta:

a. il rilevamento sulle variabili quantitative territoriali;
b. l’analisi delle variabili più significative rispetto agli ambiti presenti nei diversi progetti di autonomia attivati;
c. il rilevamento della partecipazione del territorio ai progetti di autonomia.

Il protocollo sarà, ovviamente, informatizzato.

2. Predisposizione di protocolli di rapporto con il monitoraggio affidato agli IRRSAE, secondo il modello concordato a livello nazionale.

3. Rapporto strutturato predisposto dal nucleo contenente:

a) l’interpretazione che il nucleo dà ai dati emersi dal protocollo;
b) descrizione delle iniziative svolte nel territorio per favorire l’autonomia;
c) l’autovalutazione del nucleo in rapporto alle proprie attività;
d) l’utilizzo dei dati raccolti, come supporto alle decisioni, per lo sviluppo dell’autonomia.

4. Repertorio strutturato delle esperienze considerate particolarmente significative, anche per costituire un thesaurus utile sia a livello locale che nazionale. Le quattro azioni devono produrre materiali da utilizzare sia a livello locale, sia come base per la sintesi nazionale di lettura dei processi in atto. Per rendere operativo il monitoraggio saranno organizzate specifiche attività di formazione che diffonderanno metodologie e strumenti omogenei ed un piano di lavoro comune per una gestione coerente ed efficace delle attività previste a livello nazionale.
 
 

Le risorse finanziarie

Nell’ambito delle risorse finanziarie previste dalla direttiva n. 252 del 29.5.1998 per la formazione ed il monitoraggio delle azioni volte alla "piena realizzazione dell’autonomia delle istituzioni scolastiche" e per le connesse iniziative di formazione - ed in particolare nell’ambito di quella parte delle predette risorse attribuite al livello nazionale - sono in corso di assegnazione specifici stanziamenti ai sensi della legge n. 440/1997.

Tali stanziamenti oltre a consentire la realizzazione degli interventi indicati nel presente documento saranno volti altresì all’attribuzione di risorse di progetto stanziate alle spese dei nuclei per l’autonomia, per le quali si potrà far riferimento a tutte le voci indicate nella lettera circolare prot. n. 27814 del 19.5.1998 punto 6, parte II, in relazione alle risorse assegnate per analoghi fini alle singole istituzioni scolastiche.
 

 

 

 

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